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Genitori separati e vacanze di Natale, i consigli dell’esperto per non rovinare le feste

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Cosa succede quando un genitore decide di trascorrere le feste di Natale con i figli e il nuovo partner? E se uno dei due genitori porta il figlio a sciare e l’altro non è d’accordo? Chi deve sostenerne i costi? E le vacanze con i nonni tolgono tempo a quale dei due genitori? La Presidente di Aiaf Veneto Sabrina De Santi spiega come gestire da separati con figli il periodo di feste. E ricorda: “Tenete i figli al centro per non trasformare le vacanze di Natale in un momento per loro di ansia e disagio”.

Una settimana con la mamma, una con il papà.
A me però spetta qualche il giorno in più. 
Ma il 25 dicembre con chi dei due?
In montagna con il nuovo compagno di tua madre non ci vai.
Il corso di sci? Io non sono d’accordo, te lo pagherà tuo padre
.

Uno spaccato verosimile di quelli che potrebbero essere i dialoghi nelle case di genitori separati durante le vacanze di Natale. Un periodo delicato per tanti, ma per chi deve gestire un ex compagno/a e il tempo da trascorrere con i propri figli lo è decisamente di più.

È un momento – spiega la Presidente di Aiaf Veneto (Associazione Avvocati per la Famiglia e i Minori) Sabrina De Santiin cui si sperimenta il livello di accordo tra i genitori. Quello che mi sento di consigliare è di mettere sempre al centro i figli e pensare che la conflittualità fa male solo a loro.  Se non riesce a trovare un’intesa il rischio è quello di trasformare un momento bello come il Natale in un’occasione per loro di difficoltà e disagio”.

E allora cerchiamo di capire quali sono le situazioni più delicate e come si dovrebbero affrontare. 

Se uno dei due ex coniugi vuole portare i figli in vacanza con il nuovo compagno/a?

“La questione dei nuovi compagni è molto delicata – dice De Santi -. Innanzitutto a monte ci dovrebbe essere una comunicazione che passa tra gli ex. Io, se ho iniziato una nuova relazione e su questa ho deciso di investire, come prima cosa avverto il mio ex compagno. Questo passaggio ha il valore di “normalizzare” la situazione nel momento in cui poi la si comunica ai figli”.

Questo il primo passo. Poi ci sono due altri aspetti da valutare. In primis: il nuovo compagno/a deve essere accettato dal figlio. Se il figlio esprime la propria volontà contraria se ne deve tenere conto. In secondo luogo è evidente che il nuovo compagno/a non debba essere per il figlio pregiudizievole a causa di sue determinate caratteristiche.

Come ci si divide i giorni di festa?

“La regola generale – spiega l’avvocata De Santi- vuole che nella sentenza o nell’accordo che regola la separazione o il divorzio ci sia specificato quante settimane spettano ad uno o all’altro. Quindi si parte da lì. Di solito si fa a metà per le vacanze di Natale mentre per quelle estive si scelgono delle settimane. Il genitore non collocatario ha di norma a disposizione tre settimane. Anche se sempre di più si riscontra la tendenza a divedersi al cinquanta per cento anche il periodo estivo”.

Chi paga?

Le vacanze (natalizie così come quelle estive) sono comprese nell’assegno di mantenimento che viene deciso al momento della separazione. Viene calcolato su base annua e poi frazionato in mensilità. Così, se un genitore paga all’altro un assegno per il mantenimento supponiamo di 500 euro al mese, all’interno di quella somma è compresa anche la vacanza.

“Se il genitore obbligato al mantenimento porta con sé il figlio in vacanza -spiega De Santi- non può sospendere il pagamento dell’assegno che resta sempre dovuto”.

Le vacanze di Natale portano con sé di norma una difficoltà in più

“Magari si va in montagna – dice De Santi – e si decide di sciare. Quindi al resto si aggiungono i costi del corso e dell’attrezzatura. Ecco, queste spese non sono ricomprese all’interno dell’assegno di mantenimento ma fanno parte delle cosiddette “spese accessorie” che vanno divise tra i genitori in modo proporzionale al reddito di entrambi”

Se uno dei due genitori non è d’accordo che il figlio faccia il corso di sci come ci si regola?

“Se i due genitori non sono in accordo su questa possibilità – spiega l’avvocato – non è raro che intervenga il giudice il quale valuterà due aspetti. Primo, se lo sport in questione è nell’interesse del figlio. Secondo, se i genitori possono sostenere quella spesa. Se la risposta sarà affermativa per entrambe le questioni il figlio scierà e i costi verranno divisi tra i due ex coniugi in base al reddito”.

Se un figlio non vuole andare in vacanza con uno dei due?

“Il fatto che un figlio non voglia andare in vacanza con uno dei due è sintomo di un disagio che va affrontato in primo luogo con l’altro genitore – dice De Santi -. Si possono mettere in campo dei percorsi di sostegno alla genitorialità o di mediazione tra i genitori per capire quale sia il problema e quali gli ostacoli. Sono situazioni che dovrebbero essere affrontate subito, prima che il disagio si allarghi e che porti ad un rifiuto vero e proprio della frequentazione di uno dei due genitori”.

E se il figlio che rifiuta di andare in vacanza con uno dei due genitori è maggiorenne?

“Quando i figli sono maggiorenni siamo al punto in cui raccogliamo quello che abbiamo seminato – spiega la Presidente di Aiaf -. Non è più possibile agganciare i figli se loro non vogliono perché con la maggiore età viene meno la responsabilità genitoriale per quello che riguarda gli aspetti personali mentre permangono gli obblighi di tipo economico. Una situazione simile va evitata a monte, intervenendo come dicevamo prima quando il disagio sorge”.

Se i figli di genitori separati vanno in vacanza con i nonni o con gli zii, quei giorni a chi vanno tolti?

“Nonni zii e amici – dice De Santi – sono i benvenuti nelle vacanze dei ragazzi perché ampliano la platea delle conoscenze e mi permetto di dire che entrambi i genitori dovrebbero essere favorevoli.  Se incidono sulle vacanze di uno o dell’altro allora questo è un tema da risolvere insieme. Si ricalibrano i giorni che spettano ad entrambi per dare la possibilità al genitore che non ne ha goduto di recuperarli”.  

Uno dei due genitori può portare il figlio/ i figli all’estero?

Per portare i figli all’estero i genitori devono trovare un’intesa che può essere data in via generale all’interno dell’accordo separativo. Sono però poi chiamati a sottoscrivere entrambi la documentazione che serve per il rilascio della carta d’identità valida per l’espatrio e del passaporto.

In ogni caso ai genitori è data sempre la facoltà di revocare il proprio consenso. Qualora uno dei due dovesse farlo, il genitore che si trova privato della possibilità di andare all’estero con il figlio può fare ricorso al giudice tutelare che valuterà se autorizzare o meno il viaggio.

 “Di norma – spiega la Presidente di Aiaf Veneto De Santi – il consenso viene revocato quando uno dei due vuole portare il figlio in un paese particolare per questioni sanitarie o per condizioni politiche”. In questi casi il tema del viaggio all’estero viene valutato dal giudice.


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Redazione
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